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Libro del mese – Giugno 2018 – Pisa, di Irene Taddei

22 Giugno 2018

Intervista a Irene Taddei

Tradotto in italiano, inglese, tedesco, francese, spagnolo e cinese, Pisa. Città dei Miracoli è il volume fotografico con cui Pacini Editore si presenta all’appuntamento con il Giugno Pisano, il mese delle Tradizioni storiche e dell’identità, e che apre la campagna “Scopri Pisa con Pacini Editore”.

Emozioni, scorci inaspettati, luoghi familiari e riscoperti, particolari sorprendenti, 120 immagini e un solo filo conduttore in un volume che invita a scoprire Pisa e le sue bellezze oltre la famosa Torre.

Autore dei testi di accompagnamento alle immagini scattate da Irene Taddei è Giuseppe Meucci, giornalista e scrittore, per molti anni responsabile del quotidiano La Nazione di Pisa, profondo conoscitore di storia, aneddoti e luoghi della città.

Su Pisa esiste una ampia bibliografia. Qual è la particolarità di Pisa. Città dei Miracoli?

È questo un racconto per immagini che parte dalla Torre, l’icona rappresentativa di Pisa, e accompagna il lettore alla scoperta di molti altri luoghi, di diversa bellezza e degni di essere raccontati. Abbiamo voluto che la Torre fosse questa volta un punto di partenza, e non d’arrivo, come avviene nella realtà di tutti i giorni.

 

Cos’altro c’è da scoprire a Pisa?

Moltissimi luoghi, dai monumenti storico-artistici fino a quelli “naturalistici”. Pisa è una città medievale, ma non solo. È un coagulo di stratificazioni che nel loro insieme ci restituiscono una città nella quale tutti i luoghi sono vivi, da piazza del Duomo fino a Borgo, da San Rossore al Litorale.

 

Ci sono anche scatti di luoghi o edifici moderni, perché?

Rappresentano la storia recente della città. C’è ad esempio il palazzo della Camera di Commercio, un edificio molto bello realizzato dall’architetto Bartolucci. E davanti a esso c’è piazza Vittorio Emanuele, il cui impianto ottocentesco gli interventi moderni hanno snaturato e che comunque rimane un documento a futura memoria.

 

Questo volume può essere considerato un archivio fotografico della Pisa del 2018?

Sì, a tutti gli effetti, perché ritrae la vita della città, da Borgo al Litorale, passando dai Lungarni. Penso alle ricostruzioni del Dopoguerra, dove la bellezza del palazzo della Camera di Commercio non è eguagliata dal Lungarno Mediceo; qui, difatti, i volumi sono stati raddoppiati e per costruire i garage moderni sono state abbattute le case-torri. Come spesso ripeto, qualche architetto del Dopoguerra ha fatto più danni dei bombardamenti.

 

Perché la traduzione in cinque lingue?

Perché questo volume è destinato anche a chi visita Pisa o desideri conoscerla a partire dal suo simbolo, cioè la Torre.

 

E perché una traduzione proprio in cinese?

Perché la Torre di Pisa è un simbolo conosciutissimo in quel Paese. Di recente la televisione cinese ha trasmesso uno sceneggiato in cui era ritratta anche la Torre. Nei libri di scuola cinesi, l’immagine dell’Italia è affidata a Galileo che fa i suoi esperimenti scientifici all’ombra della Torre. Quando i cinesi pensano all’Italia pensano alla nostra Torre. Ed è da essa e dal suo fortissimo potere attrattivo che si può partire alla scoperta della città”.

 

Irene Taddei, fotografa artistica, con uno studio professionale a Volterra, nota per aver curato collezioni e immagini per aziende italiane e straniere. Gli scatti contenuti nel volume esprimono la magia di una città che si identifica nella sua Torre Pendente e nel meraviglioso complesso monumentale di Piazza dei Miracoli, e che riserva ai visitatori altri luoghi di inaspettata bellezza.

 

Nella sua campagna fotografica in giro per Pisa, cosa ha mosso la sua ricerca?

Lo studio, il desiderio di conoscenza. Quando fai un ritratto a una persona, devi studiarla e scegliere il taglio da dare al racconto; allo stesso modo, per Pisa, cercavo luoghi rappresentativi ma anche meno scontati.

 

Su quali aspetti si è concentrata?

Sugli elementi della natura, terra, cielo, acqua. C’è il radicamento di Pisa alla terra, alla storia e alle bonifiche: penso a Coltano, al canale dei Navicelli, al Parco di San Rossore. C’è la sua propensione verso il cielo, perché oltre alla Torre ci sono molti altri campanili o edifici che svettano. E infine c’è l’acqua, e il rapporto di Pisa con il suo fiume, dal Canale dei Navicelli al Fiume Morto, per arrivare al mare, con il Porto e il litorale.

 

Le immagini selezionate per il volume offrono una lettura di luoghi e di edifici davvero inedita… anche se familiari non sono immediatamente riconoscibili.

Questa è la mia Pisa. Ogni foto è un frammento che isola particolari e li decontestualizza. Chi passa tutti i giorni davanti a una facciata, a una chiesa, a una strada non ci bada. Nei miei scatti ritraggo quelle cose e quei particolari che si danno per scontati e che invece stuzzicano la curiosità proprio perché decontestualizzati.

 

C’è qualche scatto a cui tiene in modo speciale?

Quelli in bianco e nero, perché offrono una lettura dei luoghi fra luci e ombre. Dopo questa esperienza di scoperta continua per me che non ho mai vissuto a Pisa, posso confermare l’idea che ha ispirato il progetto del libro: Pisa va vissuta tutta, oltre alla Torre ci sono angoli e luoghi che vale la pena scoprire e vivere.

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