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Libro del mese – Novembre 2017

6 Novembre 2017

Il libro Il Sessantotto. Immagini di una stagione pisana sarà presentato in anteprima al Pisa Book Festival sabato 10 novembre (ore 12 sala BLU), ed è legato alla mostra che si inaugura il 6 novembre a Palazzo Blu, aperta al pubblico dal 7 novembre. Rievoca il clima delle contestazioni studentesche che ebbero Pisa come teatro principale attraverso le fotografie dell’archivio di Luciano Frassi e una cospicua scelta di materiale dell’epoca (volantini, giornali, documenti).

Arricchito da una testimonianza di Massimo D’Alema su quei suoi anni pisani e da testi dedicati alle cronache di una stagione che ha lasciato una traccia nella storia del XX secolo non soltanto a Pisa, il libro non ha l’ambizione di una vera e propria ricostruzione storica, ma vuole più semplicemente ricordare a scopo divulgativo, con immagini e parole, fatti e personaggi che sono ancora oggi parte non secondaria della memoria della città.

I testi che introducono e accompagnano le immagini sono stati scritti da Andrea Mariuzzo, giovane storico della Scuola Normale Superiore, da Giuseppe Meucci e Giovanni Nardi, due giornalisti che in quanto tali hanno vissuto in prima persona il Sessantotto e da due testimoni: Romano Lazzeroni, oggi Docente Emerito di Glottologia dell’Università di Pisa e Accademico dei Lincei, che si ritrovò dall’altra parte, quella dei “baroni” dell’Università che furono il primo obbiettivo della contestazione e lo storico dell’arte Stefano Renzoni, oggi docente liceale, ma all’epoca giovanissimo allievo delle scuole medie e spettatore non distratto di quanto accadeva.

Ma lasciamo la parola ai curatori del libro Giuseppe Meucci e Stefano Renzoni.

Questo volume nasce collegato alla omonima mostra e ne ripropone tutte le immagini. Com’è nata l’idea della mostra e quindi del libro?

Innanzitutto la volontà di rievocare, a distanza di mezzo secolo, un periodo cruciale della vita pisana che per le sue caratteristiche e per gli eventi che lo caratterizzarono ebbe una valenza nazionale. Non dimentichiamo che quella stagione comunemente indicata come il Sessantotto fu proprio a Pisa che ebbe inizio con l’occupazione della Sapienza nel 1967 e la elaborazione delle Tesi che teorizzavano, fra l’altro, l’unione fra studenti e operai per comuni obbiettivi di lotta.

Le immagini sono corredate da testi storici e testimonianze dirette, com’è articolato il libro?

Segue il percorso della mostra e si divide in tre grandi temi: gli antefatti, a partire dalla metà degli anni Sessanta; il trasferimento della protesta dalle aule universitarie alle piazze anche in seguito alla crisi di due importanti fabbriche pisane, la Marzotto e la Saint Gobain; infine la contrapposizione di Lotta Continua nata dalla scissione di Potere Operaio con i movimenti di estrema destra che portarono ai gravi episodi di guerriglia urbana nel maggio 1972 e alla morte di Franco Serantini. Nel mezzo ci sono i fatti della Bussola, il ferimento di Soriano Ceccanti, gli scontri con la polizia dopo l’assalto alla sede del Msi nell’autunno del 1969, la morte di Cesare Pardini ucciso da un candelotto lacrimogeno sparato dalla polizia.

Perché avete scelto di chiedere una testimonianza a Massimo D’Alema?

Leggendo le belle pagine che ha scritto in apertura del volume si capisce quanto il Sessantotto pisano abbia contato nella sua formazione umana e politica. E questo vale non solo per lui. Il titolo del suo testo è “Una lezione di vita e di politica”, e riassume il giudizio che D’Alema formula di quella stagione che lui ha vissuto in prima persona a Pisa, pur riconoscendo oggi che non tutto quello che aveva nutrito le speranze iniziali è divenuto realtà.

In breve, cosa è stato il ’68 a Pisa?

Difficile dare un giudizio netto in poche parole. Diciamo che è stata innanzitutto una rivolta generazionale che poi, con il trascorrere del tempo, ha anche imboccato strade verso obbiettivi precisi e circoscritti che non sempre sono stati raggiunti.

Cosa resta oggi di quella stagione e che cosa vuole veicolare questo libro?

Diciamo che questo libro, riproponendo le immagini del Sessantotto pisano, vuole aprire una riflessione e inaugurare, almeno lo speriamo, una completa e approfondita analisi storica di quello che è accaduto. Per quanto concerne infine l’eredità del Sessantotto ricordiamo che molte cose maturate negli anni Settanta hanno avuto origine proprio allora. Dallo statuto dei lavoratori, alle leggi sul divorzio e l’aborto, fino alla crescita dei movimenti femministi. Non è davvero poco.

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