Giona di Orléans

Istruzioni di vita per laici

Francesco Veronese (a cura di)

Volume Il prezzo originale era: 20,00€.Il prezzo attuale è: 19,00€.

Quantità:

Informazioni tecniche

ISBN
978-88-6995-395-8
Caratteristiche
2018 • 15x21 cm • 456 pagine • brossura
Numero collana
12

Descrizione

L’opera offre una nuova edizione critica, con traduzione italiana e apparati delle fonti, dell’Institutio laicalis del vescovo Giona di Orléans, un trattato morale per i laici dell’impero carolingio, redatto negli anni ’20 del IX secolo.

L’edizione qui proposta si concentra su una delle due versioni del testo giunte sino a noi, quella più antica, espressamente progettata per il conte Matfrido di Orléans. Il particolare interesse dell’opera, uno dei più lunghi e complessi trattati morali di epoca carolingia, risiede nella varietà dei temi affrontati, che coprono l’intero arco dell’esistenza dell’individuo, dal battesimo al destino dopo la morte, e nell’attenzione per il matrimonio, la vita coniugale e domestica, il rapporto tra marito e moglie e tra genitori e figli.

 

Dall’Introduzione:

«Dei primi anni di vita di Giona, vescovo di Orléans e autore – tra i suoi altri scritti – del trattato morale oggetto di questa edizione, siamo poco informati; tanta parte di ciò che sappiamo proviene dalle sue opere, e dalle informazioni autobiografiche che egli vi inserì. La data di nascita è ignota, ma è stata indicativamente collocata da Alain Dubreucq verso il 760, sulla base di un passo di una lettera di Alcuino datata al 780 circa; nella lettera Alcuino citava, tra i membri della schola palatina di Carlo Magno, anche un tale Giona, che Dubreucq identificò in quello che sarebbe poi divenuto vescovo di Orléans. Se dunque Giona era già attivo come intellettuale di corte verso il 780, la sua nascita deve essere posta all’incirca una ventina di anni prima, durante i quali si sarebbe formato e avrebbe attirato l’attenzione del sovrano per le sue doti culturali.

Nella lettera dedicatoria del De institutione regia, un trattato morale composto per il re Pipino d’Aquitania tra 830 e 831, Giona dice di essere originario di quella regione. Dall’Aquitania Giona dovette comunque allontanarsi a causa di alcune accuse, a suo dire ingiuste, rivoltegli da non meglio precisate malelingue, che lo avrebbero messo in cattiva luce agli occhi di re Pipino. A rivelarlo è lo stesso Giona, sempre nella lettera dedicatoria del De institutione regia; il genere di accuse che lo constrinsero a lasciare la regione di origine non è esplicitato, così come l’identità dei pravi homines che lo criticarono.

L’unico altro episodio della vita di Giona di cui siamo a conoscenza per gli anni anteriori alla sua elevazione episcopale è un viaggio nel nord della penisola iberica, da collocare tra gli anni ’80 e ’90 dell’VIII sec. La fonte da cui traiamo la notizia è ancora una sua opera, il De cultu imaginum, un trattato sul ruolo delle immagini nella religione cristiana, terminato attorno all’840…»

 

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Francesco Veronese ha conseguito il titolo di dottore di ricerca in Storia del Cristianesimo e delle Chiese nel marzo 2012 presso l’Università degli Studi di Padova, in cotutela con l’Université Paris 8 Vincennes-Saint-Denis, specializzandosi nella storia politica, sociale e religiosa dell’alto medioevo, con particolare riguardo per l’epoca carolingia (VIII-IX secolo). Ha in seguito lavorato grazie ad assegni di ricerca presso il Dipartimento di Scienze Storiche, Geografiche e dell’Antichità (DiSSGeA) dell’Università di Padova tra l’aprile 2013 e il giugno 2016. Attualmente è borsista di ricerca presso l’Istituto Storico Italiano per il Medioevo di Roma.

 

 

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