Guida all’architettura contemporanea a Pisa

Federico Bracaloni, Massimo Dringoli

Volume Il prezzo originale era: 25,00€.Il prezzo attuale è: 23,75€.

Quantità:

Informazioni tecniche

ISBN
978-88-6995-825-0
Caratteristiche
2020 • 16,5x21 cm • 192 pagine • 150 immagini • brossura con bandelle
Numero collana
3

Descrizione

«Pisa è città da sempre nota per la sua storia ed il patrimonio artistico che possiede; proprio dalle vicende storiche susseguitesi nel corso dei secoli è derivato lo sviluppo urbanistico ancora leggibile all’interno della cerchia muraria. Nell’ultimo secolo le attività svolte prima nelle industrie, poi nelle università e negli istituti di ricerca hanno però aggiunto altri motivi all’interesse che l’urbanistica e l’architettura sono in grado di suscitare, rendendo più complessa la lettura di un tessuto ampliatosi nel territorio circostante e arricchitosi di nuove architetture, espressione di un ambito socio-economico profondamente rinnovato.

La studio di questo sviluppo costituisce oggetto di interesse non solo per coloro che desiderano approfondirne la conoscenza per interpretarne le motivazioni relazionandole con le trasformazioni della società, ma anche per chi, più semplicemente, intende completare il quadro più noto della storia dell’architettura dal periodo classico al moderno con quello delle esperienze contemporanee, solitamente trascurate dalle guide di maggiore diffusione. Ecco, quindi, che prende corpo l’iniziativa di elencare e descrivere, sia pure sommariamente, le opere attraverso le quali poter comprendere le trasformazioni del paesaggio urbano dall’inizio del novecento a oggi.

I problemi che a questo punto si pongono sono molteplici. Innanzi tutto, come effettuare la selezione delle opere da censire. Se per i periodi ormai storicizzati (dal primo novecento alla seconda guerra mondiale) la scelta è più facile, proprio per la consolidata acquisizione del prevalente interesse di determinate opere, man mano che ci si avvicina al tempo odierno si rende necessario stabilire più precisi criteri per orientarsi nella valutazione che porta ad una determinata opzione.

Certamente non si può trattare di criteri esclusivamente qualitativi, dato che, se è pur vero che è bello ciò che piace, non ci si può affidare alla soggettività di un tale metodo. Si tratta, piuttosto, di valutare la capacità di un intervento di rappresentare istanze al momento riconoscibili, a prescindere dalla sua maggiore o minore affinità con gli “ismi” figurativi più seguiti al momento, senza, comunque, che questo impedisca di esprimere un giudizio critico sull’opera descritta…»

Massimo Dringoli

 

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