![Ricerche Storiche 1-2021 - Anno L, numero 3, settembre-dicembre 2020 Ricerche Storiche 1-2021 - Anno L, numero 3, settembre-dicembre 2020](https://www.pacinieditore.it/wp-content/uploads/2021/09/Ricerche-storiche-1-2021.jpg)
Ricerche Storiche 1-2021
Rivista quadrimestrale - Anno LI, numero1, gennaio-aprile 2021
20,00€ – 90,00€
Informazioni tecniche
Descrizione
«Con la dominazione longobarda si concretizzò una delle impronte germaniche più persistenti e tangibili nella storia d’Italia: per duecento anni una popolazione forse originaria della Scandinavia, di certo proveniente dall’Europa centro-orientale, esercitò stabilmente il suo potere politico su una parte consistente della penisola – gran parte dell’Italia centro-settentrionale, escluso l’Esarcato; la Tuscia e il ducato di Spoleto nell’Italia centrale; il ducato di Benevento e altre realtà della Campania, nel meridione della penisola – mantenendosi a lungo nel nome, negli usi e nelle tradizioni fedele alle sue origini.
Quanto il Nord sia stato influenzato dai Longobardi è testimoniato con ogni evidenza dal fatto che una delle sue regioni più popolose reca ancor oggi il nome di Lombardia (da “Langobardia”), ma sarebbe davvero superficiale circoscrivere il loro retaggio a questa realtà.
Delle origini e delle vicende che precedettero il loro arrivo nella penisola si sa ben poco, anche se oggi gli studi che abbinano le poche fonti scritte agli scavi archeologici stanno fornendo nuove risposte, soprattutto sui periodi di arrivo e permanenza in Pannonia. Un fatto però è indiscutibile: il 569 fu una data di cesura per le genti che vivevano nelle città e nei territori della penisola italiana. Corrispose all’arrivo dalla ex-Pannonia attraverso le Alpi Giulie, del re Alboino e del suo popolo, diviso in “fare (raggruppamenti familiari costituenti unità militari), e di numerose altre genti che facevano parte di questo mondo in quotidiano movimento alla ricerca della propria terra: i Gepidi, gli Avari, i Slavi, i Bulgari…
Dopo aver fatto capo a Cividale Friuli, i vari gruppi che componevano l’insieme dei Longobardi, si diressero ad occupare quelle terre che avrebbero dovuto essere le loro nuove sedi. Non giungendo alla conquista dell’intera penisola, tale evento portò alla rottura dell’unità della realtà politica, economica, sociale precedente, già fortemente provata dalla guerra greco-gotica, dalle carestie e pestilenze, dal crollo demografico, produttivo, commerciale che aveva già di fatto quasi annullato quella “grande macchina statale”6 che era stato l’impero romano d’Occidente.
Le conquiste giustinianee, benché avessero faticosamente raggiunto l’obiettivo di riconquistare i territori dell’antico impero e di ricomporre quel “continente liquido” che era il Mediterraneo, furono di fatto effimere. A distanza di pochi anni dal 554 (la sconfitta a Gualdo Tadino dei Goti da parte del generale Narsete) buona parte della penisola italiana si trovò sotto un nuovo dominatore, molto meno conciliante degli Ostrogoti di Teodorico…»
Gabriele Bitelli, Beatrice Borghi
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