Ricerche Storiche 1-2023

Rivista quadrimestrale - anno LIII - gennaio/aprile
Banditi alla sbarra. Questioni dal Mezzogiorno seicentesco

Annastella Carrino (a cura di)

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Informazioni tecniche

ISBN
979-12-5486-220-9
Caratteristiche
2022 • 17x24 cm • 160 pagine • 13 immagini • brossura
ISSN
0392-162X

Descrizione

«Nel suo Journal de voyage, Michel de Montaigne annotava la pervasività nel territorio italiano della criminalità in bande, di cui egli stesso era stato vittima sulle strade emiliane. Nell’attraversare i territori di Ghino di Tacco, bandito toscano nonché personaggio boccaccesco, e del “pubblico ladro” Marco Sciarra, che con la sua banda infestava le cam- pagne romane e le province limitrofe, Michel Eyquem non mancava di osservare tanto la varietà del fenomeno, al punto da distinguere diverse categorie banditesche, quanto la viva partecipazione delle popolazioni nel contrastarle e, come in una storia a lieto fine, nel gioire sollevate alla cattura e al supplizio dei temibili “scorritori di campagna”.

Chiunque attraversasse, per diletto o necessità, le strade carrozzabili e spesso ma- lagevoli della Penisola, doveva mettere in conto il rischio di assalto da parte di bande di malviventi; un pericolo ancor più concreto per quei viandanti che percorrevano le strade del Mezzogiorno e in particolare delle sue zone più impervie, tanto che ai viaggiatori del Grand Tour veniva esplicitamente sconsigliato di avventurarsi oltre Napoli.

Il banditismo, insomma, rappresenta una costante di lungo periodo, un fenomeno endemico, come spesso è stato definito, che attraversa le epoche e i territori, e rimbalza dalla letteratura dotta a quella popolare.

In campo storico, com’è noto, il tema ha sollecitato numerose voci autorevoli e, proprio per questo, ingombranti nel loro ruolo performativo: dalla immagine braudeliana del banditismo figlio della miseria, della crisi, della debolezza dello Stato, fenomeno delle montagne e delle zone di frontiera, al bandito sociale hobsbawmiano, figura prepolitica, in qualche modo primitiva, fragile, effimera, ma al tempo stesso eroica, leggendaria, incarnazione dei valori di una comunità rurale idealizzata, che nutre ballate, poesie, fonti letterarie e iconografiche di matrice popolare…»

Annastella Carrino

 

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