Semicerchio LXI (2-2019) – Rivista di poesia comparata

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Informazioni tecniche

ISBN
978-88-6995-706-2
Caratteristiche
2019 • 20x27 cm • 112 pagine • brossura
ISSN
1123-4075
Collana

Descrizione

«Vertalen

Ik lees nu al zo’n zestig jaar het boek
Dat mij dicteert wat ik moet schrijven op leven en dood.
Ik heb geen andere keus.

Anderen hebben het klaargelegd in een grot
Van Lascaux, in een heideggerhut, in de zingende wandelgangen
Van Grieks en Armeens en Hebreeuws.

Weer anderen hebben het opengedaan in het donker
Van kleitabletten en kloostercellen, het spijkerschrift
Van mijn afkomst, in hoekig Latijn.

Ik luister en luister, nog altijd klink ik verkeerd
In de helder beschilderde zuilenhallen van Zeno, nog altijd
Heb ik mijn toekomst verleerd.

Nu schiet mij een anoniem grafschrift van Brodsky te binnen.
Je moet in je leven proberen de tijd te evenaren,
De tijd te imiteren.

Vermijd extremiteiten zoals schreeuwen
En schril stemgeluid. Probeer zo te zijn als de tijd.
En wind je niet op. Als je sterft ben je net als tijd.

 

Tradurre

Leggo ormai da sessant’anni il libro
Che mi detta ciò che devo scrivere su vita e morte.
Non ho altra scelta.

Altri l’hanno approntato in una grotta
Di Lascaux, in una capanna Heidegger, nei corridoi canori
Di Greco e Armeno ed Ebraico.

Altri ancora l’hanno aperto nel buio
Di tavolette d’argilla e celle di convento, la scrittura cuneiforme
Della mia origine, in latino spigoloso.

Io ascolto e ascolto, ancora con la mia nota stonata
Nel portico dipinto in modo luminoso di Zenone, ancora
Ho disimparato il mio futuro.

Adesso mi viene in mente un epitaffio anonimo di Brodskij.
Nella tua vita devi provare a eguagliare il tempo,
A imitare il tempo.

Evita estremi quali gridare
E una voce stridula. Prova a essere come il tempo.
E non ti agitare. Quando muori diventi tempo.

 

******************************

 

Con questo componimento il poeta fiammingo Leonard Nolens omaggiava il suo traduttore: Giorgio Faggin (Isola Vicentina, 9 agosto 1939). Autore di fondamentali studi di storia dell’arte neerlandese e di letteratura e lessicografia friulane, Faggin ha iniziato a tradurre a cinquant’anni, alla stessa età in cui si erano rivelati poeti gli amici scrittori goriziani Franco de Gironcoli e Celso Macor, come anche il filosofo olandese Johan A. dèr Mouw: la scoperta di una vocazione. Da allora, Faggin ha trovato nel tradurre la sua forma prediletta di esegesi, mediazione e ricreazione dei testi e delle letterature che più ama. Proprio dal lavoro comune autore-traduttore con Nolens, Faggin racconta di aver compreso “che anche il traduttore di poesia deve possedere un rigore pressoché scientifico e che deve al poeta che traduce un rispetto incondizionato, sia pure entro i limiti consentiti dalle risorse e dal genio della propria lingua”.

La lingua o, meglio, le lingue di Faggin: molte, parlate con scioltezza, dal tedesco al francese al catalano. Su tutte, però, quelle che troviamo elencate nella copertina del recente volumetto Neerlandica: Nederlands / Furlan / Italiano. Le versioni dal friulano e dal neerlandese sono intese a far conoscere letterature e autori spesso poco noti a livello internazionale. Quelle in friulano – dal canone occidentale, ma anche da vernacoli italiani e letterature non mainstream – ad accrescere il prestigio della lingua, metterne alla prova la disponibilità espressiva nel dialogo con altre lingue della penisola ed europee, nel solco di grandi poeti/traduttori, da Pasolini a de Gironcoli e Cappello…»

Marco Prandoni e Gabriele Zanello

 

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